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…Lentamente…

 

...Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, il colore dei
vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza,per inseguire un
sogno,chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge, chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.


Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia
aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della
pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga
maggiore del semplice fatto di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una spendida
felicità
 

(Pablo Neruda)



 

 

v     La vita é un’opportunità, coglila.

v     La vita é bellezza, ammirala.

v     La vita é beatitudine, assaporala.

v     La vita é un sogno, fanne una realtà.

v     La vita é una sfida, affrontala.

v     La vita é un dovere, compilo.

v     La vita é un gioco, giocalo.

v     La vita é preziosa, abbine cura.

v     La vita é una ricchezza, conservala.

v     La vita é amore, godine.

v     La vita é un mistero, scoprilo.

v     La vita é promessa, adempila.

v     La vita é tristezza, superala.

v     La vita é un inno, cantalo.

v     La vita é una lotta, accettala.

v     La vita é un’avventura, rischiala.

v     La vita é felicità, meritala.

v     La vita é  vita, difendila.

 

Madre Teresa di Calcutta

 

 

 

 

Una bella storia da leggere.

Ci impiegherete solo 37 secondi,

ma potrebbe cambiare il vostro modo di pensare.

 

Due uomini, entrambi gravemente ammalati, occupavano la stessa stanza di ospedale.  A uno dei due era permesso di drizzarsi a sedere per un’ora ogni pomeriggio per aiutare il drenaggio dei fluidi nei polmoni.  Il suo letto era proprio accanto l’unica finestra della stanza.  L’altro uomo invece doveva starsene sdraiato tutto il tempo sulla schiena.  I due uomini chiacchieravano all’infinito:  parlavano delle loro mogli e le loro famiglie, la loro casa, il lavoro, l’impegno del servizio militare, o dove avevano passato le vacanze.

 

Ogni pomeriggio, l’uomo vicino alla finestra, quando  poteva stare seduto, passava il tempo a descrivere al suo compagno di stanza tutte le cose che poteva vedere fuori, tanto che l’altro cominciò a vivere solo per quei periodi di una ora quando il suo mondo si sarebbe allargato e ravvivato da tutta l’attività e il colore dell’universo là fuori.

 

La finestra dava su un parco con un laghetto delizioso.  Anatre e cigni giocavano sull’acqua mentre i bambini facevano navigare le loro barchette.  Giovani coppie di innamorati camminavano abbracciati in mezzo a fiori di tutti i colori, mentre si poteva vedere in lontananza una bellissima vista della città.

 

Mentre l’uomo vicino alla finestra descriveva questi squisiti dettagli, l’altro chiudeva gli occhi immaginando la pittoresca scena.   Un caldo pomeriggio, l’uomo alla finestra descrisse il passaggio di una banda.  Sebbene egli non potesse sentirla, poteva vederla con l’occhio della sua mente mentre il compagno di stanza vicino alla finestra gliela rappresentava con parole ricche di particolari.

 

Giorni e settimane passarono.  Un mattino, entro’ l’infermiera di turno con dell’acqua perché si lavassero, ma trovò l’uomo vicino alla finestra privo di vita, sembrava fosse morto nel sonno, pieno di pace.   L’infermiera si rattristò molto e chiamò i portantini per portar via il corpo. 

Appena gli sembrò opportuno, l’altro uomo chiese se poteva essere spostato vicino alla finestra.  L’infermiera fu felice di accontentarlo e, assicuratasi che tutto fosse a posto, lo lasciò solo.

 

Lentamente, l’uomo si tirò su a fatica su un gomito e si sforzò pian piano per girarsi verso la finestra per guardare fuori.  Davanti alla finestra non c’era che un muro bianco.

 

L’uomo chiamò l’infermiera e le domandò cosa avesse potuto spingere il compagno scomparso a descrivere quelle cose meravigliose fuori della finestra.  L’infermiera rispose che l’uomo era cieco e non avrebbe potuto vedere neanche il muro.  Forse, disse, voleva solo incoraggiarla….

 

Conclusione:

 

C’è tanta felicità nel rendere gli altri felici, nonostante la nostra propria situazione.  Dividere i dispiaceri li mitiga, ma dividere la gioia, la raddoppia….

Se vuoi sentirti ricco, elenca tutte le cose che hai che il denaro non puo’ comprare.

“L’oggi è un presente, ecco perché si chiama presente”……

 

 

Platone

Scrittore e filosofo Greco / Atene 427 AC – 347 AC

 

Puoi scoprire molto di più su una persona in una

ora di gioco che in un anno di conversazione.

 

Gli uomini saggi parlano perché hanno qualcosa

da dire, gli sciocchi, perché devono dire qualcosa.

 

 

Seneca

Drammaturgo e filosofo, politico / Rome 5 AC – 65 PC

 

Taci sui favori che hai reso, ma parla

di quelli che hai ricevuto.

 

Consulta l’amico su tutte le cose,

specialmente quelle che ti riguardano.

Il suo consiglio ti potrà essere utile

laddove il tuo amor proprio

offuscherebbe il tuo giudizio.

 

Le difficoltà rinforzano la mente

così come lo fanno gli sforzi fisici sul corpo.

 

Goditi i piaceri di oggi in modo tale

da non mettere a rischio quelli futuri.

 

 

Socrate

Filosofo / Atene 469 AC – 399 AC

 

Sposati senz’altro; se avrai una buona moglie,

sarai felice. Se invece non lo sarà,

diventerai un filosofo.

 

Non pensare che i leali siano

coloro che elogiano tutte le tue parole

ed azioni, ma coloro che gentilmente

rimproverano i tuoi errori.

 

 

 

Krishnamurti dicevail pettegolezzo.

Secondo Krishnamurti, uno dei più grandi filosofi del XX secolo, parlare di qualcun altro, sia pure in modo piacevole o malignamente, rappresenta una fuga da se stessi, e la fuga è la vera causa della nostra apprensione.  Eppure, preoccuparsi degli affari degli altri sembra essere l’attività preferita di molti, come d’altronde lo dimostra la lettura d’innumerevoli riviste e pagine di cronaca dei quotidiani, con i loro racconti di omicidi, divorzi, incidenti, e via discorrendo. 

Krishnamurti afferma che la causa della nostra ansia di conoscere i fatti degli altri nasce dalla nostra intima preoccupazione di cosa gli altri pensino di noi, ed è così che si creano atteggiamenti di distaccata superiorità, o di sudditanza verso persone o entità autorevoli.

E più ci rivolgiamo verso l’esterno, egli dice, più si svuota il nostro interno….  E maggiore è il nostro stimolo verso l’esterno attraverso la ricerca di sensazioni nuove e distrazioni, maggiore sarà l’impossibilità di ricercare e di scoprire cosa è dentro di noi, attraverso la tranquillità della mente. 

Naturalmente, restare semplicemente silenziosi non è automaticamente indice di tranquillità della mente:  essa, infatti, non deriva dall’astenersi o dal rifiutarsi, ma essa inizia nel momento in cui ci sarà la comprensione di cosa essa sia veramente, e per capire cosa essa sia veramente è necessario crearsi uno stato di “allerta”.

Tutto ciò non sarà possibile, dice Krishnamurti, fino a quando continueremo a doverci preoccupare di qualcosa per sentirci vivi, e lottare su un problema è per la maggior parte di noi sinonimo di esistenza:  come immaginare infatti la vita senza problemi?  E più siamo occupati a vivere un problema, più ci sentiamo – ahimè, erroneamente – in stato d’allerta.  Essere in costante tensione su un problema creato in fondo dal pensiero stesso non fa che rendere opaca la mente, facendola diventare insensibile e stanca.

Questo diceva Krishnamurti.

Proverbio cinese:  Se tutti spazzeranno davanti all’uscio della loro casa, tutta la città sarà pulita.

 

“Almeno due terzi delle miserie umane derivano dalla stupidità degli uomini, dalla loro malvagità e da quei grandi istigatori e giustificatori della malvagità e della stupidità: idealismo, dogmatismo e zelante proselitismo, frutti della religione o del pensiero politico.”

Aldous Huxley

Cogli l’attimo fuggente…..

 

“Non indugiare sul passato, non sognare sul tuo futuro, concentra la mente sul presente.”

Budda

 

“Vivi come se dovessi morire domani.  Impara come se dovessi vivere per sempre.”

Gandhi

 

   

“Il modo migliore per tirarsi su di morale è cercare di tirare su il morale di qualcun altro.”

Mark Twain

   

  La Felicità:

 

“Felicità è avere un bel conto in banca, un buon cuoco, e una buona digestione.”

Jean Jacques Rousseau

 

 

“Ricorda che la felicità è un modo di viaggiare, non una destinazione”.

Roy M. Goodman

 

 

L’amicizia:

 

“Ti puoi fare più amici in due mesi interessandoti ad altre persone che in due anni cercando di destare l’interesse degli altri.”

Dale Carnegie

 

“Non camminare dietro di me, io potrei non voler condurre.  Non camminare di fronte a me, potrei non volerti seguire. Semplicemente, cammina a fianco a me, e sii mio amico.

Albert Camus

 

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